Mary Shelley
Mary Wollstonecraft Shelley, nata Godwin, venne al mondo a Londra, Inghilterra. Era figlia di due dei più illustri intellettuali dell’epoca: Mary Wollstonecraft, pioniera dei diritti delle donne e autrice del celebre saggio “A Vindication of the Rights of Woman”, e William Godwin, filosofo e scrittore politico. La madre di Mary morì pochi giorni dopo la sua nascita, e fu cresciuta dal padre in un ambiente intellettualmente stimolante.
Mary ricevette un’educazione non convenzionale per una ragazza della sua epoca, frequentando studiosi e letterati che frequentavano la casa del padre. Questo ambiente favorì lo sviluppo della sua immaginazione e delle sue capacità letterarie. A soli 16 anni, fuggì con il poeta romantico Percy Bysshe Shelley, che divenne suo marito nel 1816 dopo il suicidio della prima moglie di lui. Questo matrimonio, sebbene controverso, fu una fonte di ispirazione e sostegno creativo per Mary.
L’idea per il suo capolavoro, “Frankenstein, o il moderno Prometeo”, nacque durante l’estate del 1816, trascorsa in Svizzera con Percy Shelley, Lord Byron, e altri amici. In una notte tempestosa, Byron propose un concorso per scrivere storie di fantasmi. Mary, ispirata da una discussione sui principi della vita e sull’elettricità, ebbe un incubo che divenne l’embrione del romanzo. Pubblicato anonimamente nel 1818, “Frankenstein” racconta la tragica vicenda di Victor Frankenstein, un giovane scienziato che crea un essere umano attraverso mezzi non convenzionali, solo per essere terrorizzato e perseguitato dalla sua stessa creazione.
“Frankenstein” è considerato uno dei primi romanzi di fantascienza e rimane una potente riflessione sui temi della responsabilità scientifica, della creatività e dell’isolamento. Il romanzo esplora le conseguenze dell’atto di giocare a fare Dio e le implicazioni etiche della ricerca scientifica senza limiti.
Oltre a “Frankenstein”, Mary Shelley scrisse altri romanzi, racconti e saggi. Tra le sue opere più note ci sono “The Last Man” (1826), una narrazione apocalittica che esplora la solitudine e la sopravvivenza in un mondo devastato da una peste globale, e “Valperga” (1823), una narrazione storica che riflette le sue opinioni politiche e femministe.
La vita di Mary Shelley fu segnata da numerose tragedie personali. Oltre alla morte prematura di suo marito Percy nel 1822, perse tre dei suoi quattro figli in tenera età. Nonostante queste perdite, continuò a scrivere e a curare l’opera del marito, mantenendo viva la sua eredità letteraria.
Mary Shelley morì a Londra lasciando una eredità, come scrittrice e pensatrice, indiscutibile.
“Frankenstein” continua a essere un’opera fondamentale nella letteratura mondiale, studiata per la sua profondità filosofica e la sua moderna rilevanza.
Rinascilibri ha scelto di includere Mary Shelley tra gli autori più significativi del suo catalogo per vari motivi. In primo luogo, “Frankenstein” è un’opera pionieristica che ha plasmato il genere della fantascienza e continua a essere rilevante nel dibattito contemporaneo su etica, scienza e tecnologia. L’esplorazione dei limiti della conoscenza e delle responsabilità morali dello scienziato rende il romanzo di Shelley una lettura imprescindibile per comprendere le sfide e le opportunità della scienza moderna.
Inoltre, l’inclusione di Mary Shelley riflette l’impegno di Rinascilibri a valorizzare voci femminili che hanno avuto un impatto duraturo sulla letteratura e la cultura. La vita e l’opera di Shelley offrono una prospettiva unica su temi di emancipazione, creatività e resilienza.
Infine, pubblicando le opere di Mary Shelley, Rinascilibri intende promuovere una lettura critica e profonda dei classici, stimolando nei lettori contemporanei una riflessione sulle implicazioni delle scelte umane in ambito scientifico e morale. Le storie di Shelley, con la loro ricchezza narrativa e la loro complessità tematica, sono strumenti ideali per comprendere le dinamiche del progresso e le responsabilità che ne derivano.
Per approfondire (biography)